/SUA MAESTÀ LA MODA

Settimana impegnativa per stylist, consulenti di immagine e professionisti della moda. Non uno bensì due tra gli eventi più attesi del mondo hanno reso gli ultimi sette giorni un vero e proprio pozzo petrolifero per i social, sempre alla ricerca di nuovi argomenti. Sto parlando del Met Gala (ricorrenza annuale) e dell’incoronazione del Re in Inghilterra (evento che non si ripete proprio tutti i giorni). A fronteggiarsi tra loro, da un lato la serata Newyorkese simbolo del lusso americano, dall’altro una cerimonia istituzionale emblema dell’eleganza inglese. Unico giudice: sua maestà la Moda. Il Met Gala ogni anno è un tappeto di star che sfoggiano abiti da sogno con l’obiettivo di distinguersi per originalità e rimanere sotto i riflettori il più a lungo possibile. E l’obiettivo è sempre andato a buon fine. Eppure questa settimana, il circo mediatico che si è sempre creato attorno alla “scalinata di Anna Wintour”, è durato qualche giorno o poco più, sostituito da un evento che è circondato, ancora dopo tanto tempo, da fascino e attrazione. Ecco che in un solo giorno, qualsiasi creazione couture ispirata a Karl Lagerfeld è stata oscurata dalle uniformi reali e dai famosi cappelli inglesi. In poche ore di riprese internazionali, che hanno fatto il giro dei social, persino Cara Delevingne, con il suo completo in onore dell’amico stilista, è passata in secondo piano rispetto alla bellezza ed eleganza di Kate Middleton nel suo Alexander McQueen bianco di seta e Dua Lipa in Chanel Vintage non ha avuto nessuna rilevanza rispetto a Camilla con la cappa utilizzata 70 anni prima da Elisabetta II. Se Vanity Fair ha dedicato un numero più alto di post agli abiti reali piuttosto che a quelli delle star di Hollywood un motivo c’è. La moda di questi anni è notizia. Segue le tendenze, l’attualità, è arma di giudizio in diverse categorie e al centro di molti scenari che prima si credevano distanti dal concetto di stile. Gli input che riceviamo ogni giorno dai social ci indirizzano verso un metro di giudizio immediato e la moda è entrata in questo circolo vizioso diventando quasi un argomento frivolo, con poca profondità. È per questo che sempre una più ampia fetta di pubblico passa facilmente dal commentare i look delle Kardashian al Met Gala, a giudicare se il trucco della regina consorte sia appropriato alla cerimonia o a decidere se Elly Schlein in parlamento sia più credibile con completi “in palette”. È da vedere come un bene o un male il fatto che discutere di moda sia sempre più alla portata di tutti? Bisogna ammettere che molto spesso leggerezza non è sinonimo di superficialità e che quindi interessarsi alla moda attraverso i gossip potrebbe essere un modo per far conoscere bene questo grande ambito che non parla solo di vestiti. Unico compromesso che non condivido è la direzione che i professionisti stessi stanno prendendo oggi. Perché è vero che dal lato social non si può fermare la condivisione di contenuti e commenti di ogni genere ma dai magazine, dalla direzione creativa, dai content creator, la moda si merita una più ampia selezione e distinzione degli argomenti.

Commento forse da amante schizzinosa della moda rivolto a tutti gli esperti e in particolare ai magazine: meno “vota il look migliore” più concept segreto degli abiti.

 

Credit foto: @vanidad

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