/PINK MOOD

La Barbie mania ha stravolto il mio algoritmo, proponendo continuamente immagini rosa al feed Instagram che consulto ogni giorno. Circondata da mille notizie sul nuovo live-action di Greta Gerwig, ho deciso di raccontare il mio pensiero su uno degli argomenti più discussi del momento. Vorrei parlare innanzitutto del ruolo di Barbie, in modo da aggiornare chiunque non abbia nel proprio bagaglio culturale, pomeriggi pieni di scarpette sparse ovunque e castelli giocattolo in tinta pink. Bionda, senza né rughe né imperfezioni, con i capelli impeccabili e vestiti alla moda, Barbie è da circa sessant’anni la più iconica rappresentazione giocattolo di un modello di donna che forse non è stato capito abbastanza. Chi, con sguardo di critica, ha voluto trasformare Barbie in un simbolo razzista, stereotipato e contro ogni forma di inclusione, non ha mai realmente considerato quanto Barbie non sia stata concepita come veicolo di morale e insegnamento. Fino a dieci, forse cinque anni fa, la bambola bionda e senza imperfezioni non aveva avuto tanto interesse mediatico perché era considerata solo un giocattolo. E non ci si aspettava da un giocattolo che seguisse l’evoluzione anche in un concetto oltre che in vestiti più moderni. Ad un certo punto (nonostante, lo ribadisco, ad un giocattolo non siano richieste tante responsabilità) la Mattel ha deciso di evolversi, adattarsi alle nuove richieste della società e spostare il proprio focus dal concetto di intrattenimento e gioco, modificando il ruolo del suo prodotto e capendo l’importanza della rappresentazione. Un gesto sicuramente al passo con i tempi ma siamo sicuri che tutto ciò debba riguardare anche una bambola? Ho giocato con le Barbie fino a 12 anni (un po’ eterna bambina rispetto alle ultime generazioni) eppure dentro di me sento radicati i valori di accoglienza, rispetto e inclusività senza essere stata influenzata dalla “bionda perfetta” (per me solo un gioco e non un modello di aspirazione). 

Cosa speriamo di trovare nel film Barbie? Realismo, creatività e un po’ di sana sincerità nel ricostruire la realtà di quello che in fondo è soltanto un giocattolo.

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