Questa settimana le nostre vite e il nostro algoritmo sono stati influenzati dal Festival di Sanremo che annualmente coinvolge un gran numero di spettatori italiani di tutte le età. A causa dell’interesse marginale per le nuove canzoni o più frequentemente per il divertimento di controllare le figuracce dei vip in gara, in molti seguono durante tutta la settimana il noto programma della televisione italiana. In passato ho già parlato della caratteristica principale del popolo italiano ossia la tuttologia, quella capacità di diventare intenditori di sport, musica o moda e trasformarsi a seconda dell’occasione nei migliori critici del mondo. Mi sono cimentata anche io in commenti principalmente negativi sugli outfit dei cantanti in gara, per coniugare la mia innata voglia di lamentarmi e il desiderio di far conoscere il mio progetto ad una fetta di pubblico più ampia sfruttando il punto forte dei social ossia le critiche. Ammetto però senza vergogna di aver seguito il festival di sfuggita a causa di alcuni elementi disturbanti che non mi hanno del tutto intrattenuta. Ho osservato e apprezzato i look dei Coma_Cose e lo styling autodidatta di Lucio Corsi che hanno portato tranquillità in un festival con un conduttore al cardiopalma che non ha lasciato il tempo di contare mentalmente i punti presi al fantasanremo o di capire se il papa durante la presunta diretta fosse sotto ricatto della Rai. La canzone di Cristicchi ci ha fatto lacrimare gli occhi ma mai come gli abiti accecanti di Antonella Clerici che ci ha tenuto a disegnare ogni suo abito da sola. Prossimo passo mandare la candidatura per Gucci vista la grande autostima e le qualifiche passate da battere. Giorgia e Annalisa cantano Skyfall con una voce pazzesca ma non riusciamo a dimenticare Jovanotti in tuta gold che non voleva abbandonare il palco durante la prima serata. Apprezzata la partnership Achille Lauro/D&G e interessante soprattutto il completo gessato della seconda serata ma nel frattempo contavamo distratti lo spropositato numero di co-conduttori e bambini presenti sul palco. Mio personale suggerimento: l’anno prossimo risparmiate facendo condurre ai bambini che magari ci divertiamo e loro possono aggiungere più competenze sul cv che “sollevare cartelli con scritte sulla pace” ormai lo sanno fare tutti. Olly vince con una canzone romantica che ci ha fatto così piangere da voler riscrivere anche noi alla sua ex però d’altra parte ci disorientano la collana di Tony, la toga di Irama, le giacche rosa dei Modà e i Miu Miu mai azzeccati della Michielin. Insomma un Sanremo pieno di contrasti positivi e negativi ma soprattutto privo di momenti trash divertenti tanto che quasi rimpiangiamo le giacche di Amadeus e la lettera alla Chiara Ferragni bambina del 2023. In conclusione questa settimana è sembrata pesantissima se si guarda al carico di look da commentare, brani da ascoltare e cantanti da schierare ma la rimpiangeremo come ogni anno perché a lavoro, con gli amici o in famiglia ci si ritrova per commentare tutti la stessa cosa e nel bene o nel male è un momento di condivisione che non capita spesso.