Anche durante la stagione più bella dell’anno le ansie moda sono dietro l’angolo e il presentimento per chi fa parte di questo mondo è che anche l’estate sia un momento frenetico da dover gestire in qualche modo. A caratterizzare questo periodo sono gli eventi estivi che chiudono l’anno lavorativo trascorso, le presentazioni delle collezioni resort e i saldi, nemico pubblico dell’alta moda. La percezione dei saldi annuali, ormai battuti a livello strategico commerciale solo dal Black Friday, è cambiata con il passare del tempo trasformando Luglio e Gennaio in momenti in cui lasciare spazio alla fantasia, rendendo il mercato della moda un vero e proprio palcoscenico di spettacoli tragi-comici. I saldi estivi, più che quelli invernali, hanno il poter di giocare con colori, comunicazioni e suggerimenti stravaganti per invogliare il pubblico all’acquisto, sfruttando l’intenzione del consumatore di cambiare il proprio guardaroba in vista delle vacanze. L’opera di convincimento però inizia ormai con molto anticipo rispetto alla data di inizio ufficiale e le nostre caselle di posta risultano stracolme di offerte sin dalla fine di maggio. Sconti extra per i più fedeli, periodi intermedi di saldi, accessi prioritari per chi si registra alla newsletter del brand: i tentativi di conquista sono molteplici. Quale è la verità dietro queste sponsorizzazioni? I saldi, come dicevo, sono nemici dell’alta moda in quanto tendono a svalutare il ragionamento precedentemente fatto sui prezzi del prodotto, la sua produzione e conseguente vendita. Le molteplici e snervanti comunicazioni dei saldi non fanno altro che modificare anche la percezione del brand, del prodotto e di tutto il sistema, trasformando la moda in un oggetto raggiungibile solo se messo a ribasso. Questo concetto si sviluppa però in maniera diversa a seconda del settore coinvolto e non riguarda i brand del fast fashion che parallelamente ai saldi presentano nuove collezioni ormai diventate settimanali. I maggiori a risentire del periodo dei saldi ma che per necessità hanno dovuto adattarsi ad esso sono i grandi brand, che vittime di una crisi ormai duratura, rivedono nei saldi una grande possibilità per aumentare il fatturato. Brand come Miu Miu o Gucci (per cui effettuerò una tempestiva disiscrizione alle mail automatiche) comunicano un ribasso prezzi da mesi proponendo selezioni, sconti sempre maggiori, spedizioni gratuite o weekend con saldi extra che modificano il modo di immaginare i prodotti di questi brand, trasformandoli da beni di lusso a beni scontatissimi e raggiungibili. Seppur molteplici volte si parli di come nel 2025 la forma e l’apparenza siano al centro della vita dell’individuo e in modo analogo la comunicazione sia il mezzo migliore che i brand hanno per far parlare di sé, c’è un bene superiore che vale sempre la pena di considerare primario e che va difeso anche a costo di peggiorare la propria percezione con gli altri: il ricavo altresì chiamato “egoistico modo di ottenere qualcosa in cambio”.