/HAUTE COUTURE

L’alta moda è la rappresentazione più alta del lusso e dell’estro delle case di moda, il sogno immaginario di una moda elitaria, raggiungibile soltanto da pochi fortunati o famosi. Una moda da copertina, un’opera d’arte con l’obiettivo di stupire, di mostrare creazioni fuori dall’ordinario. Precisione sartoriale, scenografia teatrale, cura dei dettagli e idee originali sono al centro di uno spettacolo comunicativo che nonostante si concluda in pochi minuti come una normale sfilata, ha uno scopo diverso da essa. Se da un lato le fashion week sono nate per comunicare le tendenze, la Haute Couture Week non può definirsi evento portavoce di consigli di stile. L’alta moda è un racconto che mai come quest’anno parla di un percorso emotivo e introspettivo della moda e di Parigi che presentano, attraverso i look, degli esempi concreti per riflettere il pensiero che si cela dietro un sistema complesso, apparentemente riservato ma che ha un forte desiderio di comunicare con il mondo. Nel 2025 le ultime sfilate hanno approfondito il racconto comunicativo dell’alta moda, aggiungendo un tassello importante a questo percorso di auto riflessione. L’alta moda ha paura del futuro: i cuori meccanici e il surrealismo di Schiaparelli, i lasciti medievali di Maison Margiela, il nero pungente di Armani Privé, i nomi echeggianti di Balenciaga, sono tutti segnali di un lusso che si chiude ancora più in sé attraverso uno scudo immaginario che non ha nessun interesse a trasmettere una tendenza o a risultare vendibile, ma vuole coinvolgere emotivamente. Il lusso, la haute couture e la moda in generale stanno parlando di una mancanza di certezze al limite del catastrofico e questa fashion week ne è la prova. L’addio di Demna, l’ultima firma del team creativo di Chanel, il debutto di Glenn Martens da Margiela risultano più significativi degli elementi ricorrenti utilizzati dai vari brand, come i volumi strutturati o i corsetti, anche questi però simbolo di una forma di resistenza che la haute couture ha sicuramente cercato di mettere in mostra. A Parigi ha sfilato una moda che guarda al futuro senza nessuna necessità di comunicare leggerezza ma quasi con il desiderio di disturbare il pubblico per convincerlo che se il presente è incerto, la moda del futuro non potrà che essere oggetto di un’illusoria aspettativa. Ma la moda dal futuro vuole proteggersi, non nascondersi dalla realtà e a Parigi questo lavoro è stato fatto con maestria. Gli spettacoli andati in scena comunicano il desiderio dell’alta moda e del lusso: un tentennante bisogno di equilibrio che, privo di appigli e certezze, trova pace esclusivamente nella sincerità comunicativa.
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