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L’immagine collettiva più comune quando si parla del rapporto tra moda e sport è pensare ad alcuni brand nati per la produzione di capi o accessori destinati a diverse discipline sportive, brand nati dunque per coprire un’esigenza. Eppure, l’associazione di pensiero nella storia si è evoluta, rendendo lo sportswear un prodotto perfettamente integrato nel nostro stile e nelle attività di tutti i giorni, anche al di fuori della sfera prettamente sportiva. Già nei primi decenni del Novecento, quando l’abbigliamento sportivo iniziava a contaminare l’eleganza quotidiana, il legame tra moda e sport cambiava e sempre più situazioni sportive entravano nell’immaginario visivo e concettuale della moda. Helmut Newton fotografava tute e corpi in tensione atletica, Giorgio Armani o Prada iniziavano ad evocare il movimento sportivo come metafora di controllo e potere e di fatto la performance sportiva diventava la nuova eleganza. L’osservazione ed esaltazione del corpo sono state terreno fertile di sviluppo sia per lo sport che per la moda, capaci nella storia di collaborare per rappresentare un obiettivo per certi versi comune. Già dagli anni duemila, fotografi come Mario Testino o Juergen Teller giocavano sulla ricerca di uno scopo affine: il corpo dell’atleta o quello del modello diventavano intercambiabili, entrambi strumento di costruzione estetica. C’è un motivo in particolare fra tutti per cui ho deciso, anche attraverso le rubriche del mese, di affrontare la tematica che lega moda e sport. Parliamo spesso di come la moda abbia la capacità di sfruttare a suo vantaggio l’eco di tantissimi altri settori, agganciandosi ad altre notorietà per accrescere la propria. Se nella storia la moda è stata capace di utilizzare lo sport come pretesto per parlare di benessere, competizione e desiderio di superarsi, oggi l’aggancio sfruttato si è evoluto, costruendo un rapporto che trae vantaggio a livello visivo e comunicativo. Oggi il rapporto tra moda e sport è infatti più psicologico che estetico e l’immagine visiva che la moda ha bisogno di costruire, sfruttando lo sport, è un’immagine sana e non solo esteticamente perfetta. In tantissimi casi i brand scelgono volti famosi dello scenario internazionale come testimonial dei loro prodotti o sponsorizzano eventi sportivi per dimostrarsi interessati e coinvolti, per schierarsi dalla parte delle cose giuste. Da Jannik Sinner per Gucci a Marcus Rashford per Dior, moda e sport parlando di obiettivi comuni, fino a formare un linguaggio capace di fondersi e diventare globale. Non più la rappresentazione di un corpo ma l’analisi di un concetto, quello di un benessere cercato e rappresentato poi come conquista. Nel mondo contemporaneo, moda e sport non sono più due universi distanti, sono due facce della stessa aspirazione. La moda è sempre stata tante cose ma il legame con lo sport rende la sua immagine positiva ed energica, anche quando dietro le quinte lo scenario appare completamente diverso.       
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