/PAUSA DI RIFLESSIONE
In soli sette giorni le fashion news hanno fatto una gara con il tempo e con la concorrenza, provocando un grandissimo aumento di argomenti che chi scrive di moda come me ha il piacere di approfondire. Eppure dopo una lunga settimana, oggi le righe a disposizione che ho per condividere il mio pensiero, voglio destinarle ad una questione lontana dalla mia amata moda. Mi sembra superfluo parlare dei deludenti outfit oscillanti tra “ragazzo di periferia” e “cena di Natale dell’ufficio” del festival di Sanremo quando in Turchia proseguono le ricerche sotto le macerie. I Grammy’s vinti da Beyonce sembrano uno stupido record in confronto al numero delle vittime del terremoto in Siria. Il ritorno di Phoebe Philo annunciato per settembre è di scarso interesse se ci si ferma un attimo a pensare alle vite che non torneranno più. È vero la NYFW è iniziata, noi italiani abbiamo creduto in Marco Mengoni dal momento in cui ha cantato la sua Due Vite e Demna ci ha lasciato perplessi con la sua prima intervista da “new Balenciaga”, ma con dispiacere non riesco a concentrarmi sulla moda mentre un pezzo del nostro mondo è coinvolto in una catastrofe naturale. Un paese molto vicino a noi, piange per l’ennesimo segnale d’aiuto della nostra terra, i suoi bambini rimangono intrappolati sotto il peso di macerie spinte dalla nostra noncuranza, le sue strade si aprono in due, spaccate da una scossa violenta che simboleggia la paura di un pianeta che non regge più. La moda ci interessa, il gossip fa notizia, il festival della musica italiana fa un record di ascolti, ma la Turchia, la Siria, Cipro, la Giordania, il Libano, l’Iraq, la Georgia, l’Armenia tremano. Questa rubrica parla di moda ma oggi voglio andare oltre. Voglio scrivere poche parole, insegnamento della mia grande mamma che ho preso e fatto mio: non rimaniamo superficiali, approfondiamo ciò che ci circonda, superiamo i nostri orizzonti, perché la curiosità è sapere e il sapere ci porta un passo avanti rispetto a tutti.