Il mese di Aprile e i weekend lunghi sono purtroppo finiti e in una Milano ancora per poche ore deserta, mi preparo a ricominciare gli ultimi faticosi mesi di lavoro in vista delle vacanze estive. Il tempo ha deciso di collaborare con i calendari feriali e dopo averci ingannato con giorni di sole e caldo afoso, ci riporta alla realtà prevedendo giornate di pioggia e forti temporali. Questa parentesi da meteorologa è stato il punto di partenza nella pianificazione del mio weekend e per questo motivo ho deciso di dedicare la mia domenica uggiosa ad un’attività casalinga che rimando continuamente: il “decluttering” che letteralmente significa “rimuovere oggetti non desiderati”. Ho deciso di svuotare il mio armadio per analizzare uno per uno i capi già accuratamente ordinati ma non adeguatamente selezionati del mio guardaroba. Senza scrupoli, dopo aver passato al setaccio ogni angolo dimenticato dell’armadio, ho iniziato l’interrogatorio più incalzante della storia degli interrogatori, indagando sull’utilità e importanza di quei poveri capi sottoposti a tortura. Sei stato indossato nell’ultimo anno? Sei ancora tutto intero? Hai partecipato ad eventi importanti? Sei al passo con le tendenze? Lo sei mai stato? Il risultato che ne è venuto fuori è stato tremendo: fughe da tutte le parti, vestiti di cui non ricordavo l’esistenza, pantaloni misura bambino, magliette con frasi risalenti al lontano 2000, accessori che tentavano di resistere urlando “sono versatile, mi abbini su tutto”. Un caos generale causato dall’inutile accumulo perpetuato negli anni che ha avuto come conseguenza una severa autocritica perché, recidiva, non volevo abbandonare i miei fedeli compagni di vita. Liberarsi degli oggetti, soprattutto dei vestiti, è spesso molto difficile perché subentrano fattori affettivi più o meno ossessivi che compromettono la riuscita dell’attività ed essendomi trovata in difficoltà, ho pensato fosse utile scrivere una lista di dettagliate istruzioni per il futuro decluttering e per supportare chi come me rinuncia ai beni materiali con difficoltà.
Fase 1: Avere delle ore a disposizione e svuotare l’armadio per prendere coscienza della roba accumulata e fare un po' di pulizia;
Fase 2: Dividere i capi per stagione e selezionarli uno per uno;
Fase 3: La selezione
Per decidere se tenere un capo bisogna, come dicevo, sottoporlo ad un rigido interrogatorio: È stato utilizzato nell’ultimo anno ed è ancora integro? Se SI teniamolo, se NO valutare domande successive; Se non è stato indossato nell’ultimo anno è ancora alla moda? È in linea con il proprio stile? È facilmente abbinabile ad altri capi dell’armadio? Se SI teniamolo, se NO valutare domande successive; Se questo capo non ha senso di esistere nel nostro guardaroba e lo ignoriamo da innumerevoli stagioni, il consiglio è non ostinarsi. È il momento giusto per ARCHIVIARLO (parola che ho imparato a dire per ridurre i sensi di colpa nei confronti dei poveri vestiti buttati);
Fase 4: La consapevolezza
Se avete risposto con sincerità alle domande precedenti troverete vicino a voi una montagna di vestiti da archiviare;
Fase 5: Riporre con ordine i vestiti superstiti nell’armadio, avendo cura che siano ben visibili e non ammassati (trovo esteticamente appagante avere le grucce tutte uguali quindi negli anni ho fatto scorta da Ikea per mettere più ordine).
Fase Bonus: Piangere in silenzio per ricominciare più forti di prima perché siete grandi e sopravviverete anche senza le scarpe del vostro primo giorno di scuola media. Stilate una lista shopping per riprendervi!